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Il Giornale

Francesco Tedeschi

Pagani apolide tra surrealismo

Poeta cant Ls avisivo: con tutte e con nessuna di queste definizioni può essere identificata la personalità di Herbert Pagani. Nato nel 1944, ha vissuto da apolide, eleggendo periodicamente la Francia e l'Italia quali sue patrie. Da noi era più conosciuto per la sua voce, ma negli ultimi tempi della sua vita aveva concentrato le sue energie m vista della realizzazione di una rassegna dei suoi lavori artistici. Una raccolta antologica delle sue opere figurative è esposta in questi giorni, a un anno dalla sua scomparsa, nella cornice di suggestiva ambiguità, propria dei luoghi sconsacrati, dell'ex-chiesa di San Carpoforo. La mostra, curata da Arturo Schwarz, esplora il percorso compiuto da Pagani, suggestionato da residui parasurrealisti e toccato dalle esperienze oggettuali del Nouveau Réalisme francese e della nostrana "Arte povera".

Notevolmente diversi fra loro i pezzi esposti, corrispondenti a differenti esplorazioni creative. Si spazia dal recupero ludico di oggetti di scarto o appartenenti ad un tempo trascorso, all'abile lavorazione di tronchi di legno, per ricavarne fisionomia di città, ripescate dalla memoria collettiva e sospese in una leggerezza apparentata al volo onirico, ad esempio in "Milano d'autunno" (1986). Pagani ha sempre avuto bisogno di appoggiarsi a modelli concreti e a soggetti paradí,?,Tnatici. Ne sono un esempio le sculture realizzate con l'impiego di vecchie scarpe, dedicate alla rappresentazione di personaggi celebri o alla raffigurazione di tipi umani emblematici.

Le sue prese di posizione in campo politico o ambientalista trovano una naturale espressione nel lavoro estetico, con opere come "Omaggio a Venezia", del 1988 ' una sorta di imbarcazioni e eseguita in legno marcescente, sulla quale ha disposto una lastra bronzea con una composizione poetica ispirata alla città lagunare. Nelle sue poesie in catalogo risiede forse la fonte primaria dell'arte di Pagani, nata da dimensioni liriche e al contempo descrittive, riportate nell'oggetto plastico, frutto di un'aggregazione di immagini e di accostamenti che hanno la loro radice nella parola, segno per eccellenza.

"Herbert Pagani. La scrittura della vita. Opere grafiche e plastiche 1958-1988", Milano, Centro Internazionale di Brera (ex San Carpoforo), fìno al 15 dicembre. Catalogo Bibliotechne.

 

   

Update: 16 agosto 2009